giovedì 28 febbraio 2013

5 - NOI E NINA

Prendo spunto da un verso della canzone sanremese dei Modà (a mio avviso un vero delirio inascoltabile, con baci che si mangiano e gente che prende il volo saltando, ma vabe’), che più o meno fa così: “Pensa se gli animali potessero parlare”.
Ecco, se Nina potesse parlare, sono certa che direbbe: “Toglietemi di torno quella pazza bionda sdentata!”. È evidente che, nel giro di un mesetto, i rapporti di forza tra Nina e Nicole si sono capovolti: dopo le prime due settimane in cui il mini cucciolo terrorizzava la piccina, adesso è quest’ultima ad aver preso il sopravvento, terrorizzando la cagnetta che sta meditando di abbandonarci – non fosse per il microchip che non le consentirebbe di girare l’angolo.
Causa seggi elettorali, Nicole ha appena trascorso due giorni a casa da scuola: finalmente mi sono guadagnata un’alleata che mercoledì mattina, alla riapertura della scuola, ha esultato con me. L’ultima fissa di Nicole è di insegnare a Nina a fare la verticale: ci è riuscita. Solo che a un certo punto ha esagerato: non solo ha afferrato la cagnetta per le gambe posteriori, ma l’ha anche sollevata da terra, urlando trionfante “Guarda mamma, Nina è a testa in giù”. Ho visto il terrore negli occhi di quel povero cagnolino che però, a essere sinceri, riceve anche molte cure da Nicole: deve solo imparare a non farsi acciuffare durante quella che Nicole ha ribattezzato “l’ora della ginnastica artistica”.
Per fortuna ci sono anche dei momenti di quiete, tipo questo:


Eravamo a casa dei nostri amici E. e D.: con grave imbarazzo da parte dei suoi padroni, Nina, rimasta sola in salotto, aveva appena finito di banchettare sulla tavola apparecchiata e imbandita di aperitivi con gli stuzzicadenti, finiti insieme alla mortadella e al formaggio nel suo saccheggio. Da allora ci siamo ripromessi di specificare, ad ogni invito da parte degli amici, che Nina resterà a casa, godendosi la quiete domestica e scagazzando liberamente in giro per il salotto.

martedì 26 febbraio 2013

FRASI D'AMORE

Ci sono frasi che all’interno di una coppia hanno un significato tutto loro. Non mi riferisco ai nomignoli che sarebbe meglio non pronunciare in pubblico onde evitare marchiature a fuoco che poi è impossibile scrollarsi di dosso. Intendo proposizioni di significato compiuto, come l’universale “Amore, dobbiamo parlare”, che pronuncia esclusivamente lei, provocando in lui stati d’angoscia o improvvisi eritemi cutanei.
Ogni coppia ha la sua frase ostica, pensateci bene. Voglio svelarvi la nostra: “Posso chiederti solo un favore?”. Ecco, quando sento il mio lui pronunciare questa frase, mi preparo al peggio. Analizziamola insieme:
- “Posso chiederti” = tale scelta verbale non è fatta a casaccio. Accompagnata da un’espressione auto-compassionevole, presuppone una richiesta che nasce dalla consapevolezza di avere a che fare con una donna all’apparenza piccola e minuta, ma dotata delle capacità fisiche di Octopus. Poi vi spiego perché.
- “solo” = il mondo sa quanto odio gli avverbi quando leggo, figuriamoci quando ascolto. Nello specifico, tale avverbio è una paraculata all’ennesima potenza. Ancora un attimo di pazienza e capirete perché.
- “un favore” = dal latino faveo, ovvero “fare qualcosa che vada a vantaggio di qualcun altro”, senza nuocere al destinatario della richiesta. Ma questi sono dettagli linguistici non contemplati nel dialogo uomo-donna.
Ed ecco giunti alla situazione esemplificativa.
Sono le otto di sera, è appena terminata una lunga giornata di lavoro in ufficio. Scendo dalla macchina, mi carico sulla spalla destra la borsa Desigual e la borsa col computer (preludio a una serata di lavoro). Infilo su per il braccio sinistro un sacchetto contenente un po’ di tutto, gli avanzi del pranzo e via dicendo. Estraggo dal bagagliaio lo zaino di Nicole e me lo metto in spalla, constatando che entro la seconda elementare mia figlia sarà gobba. Prendo in braccio Nina, il cane, onde evitare che durante il tragitto dal parcheggio all’ingresso di casa sprofondi nella neve, che sarà anche bella a vedersi, ma ha ormai soffocato ogni residuo di santa pazienza. Mi dirigo verso il cancelletto alla ricerca delle chiavi che, guarda caso, sono scomparse nella borsa Desigual più simile a un pozzo senza fondo, quando arriva Cristian. Scende dalla macchina, deposita non so cosa davanti all’ingresso, mi avvisa che sta andando a prendere Nicole dai nonni. Ed ecco la frase che mette a repentaglio la sua vita: “Posso chiederti solo un favore?”.
“Ma certo”, rispondo io con la bocca storta, che non è solo un modo per reprimere con tanta ironia un istinto omicida, ma è il sintomo più evidente di un ictus in corso.
“Ti dispiacerebbe portare in casa due bottiglie di vino?”, mi chiede lui prima di sgommare via verso nuovi orizzonti – ovvero la casa dei suoi genitori (sia libero ognuno di cogliere qui le metafore che più desidera).
Io, piccola Octopus con borsa, computer, sacchetto, zaino, cane tra mani, braccia e spalle, a questo punto, per assolvere a “solo un favore”, dovrei estrarre due arti per le bottiglie di vino, e siccome me ne rimarrebbero altri quattro non utilizzati, potrei, già che ci sono, dare una spazzata alle scale mentre salgo in casa e scambiare gli zerbini davanti alle porte dei miei vicini per fargli un divertentissimo scherzetto.
Non lo faccio, ma solo perché il cane comincia a manifestare un incontenibile desiderio di fare pipì. A questo punto, carica come un mulo, e più che esausta, rassegnata, le dico: “Nina, io e te dobbiamo parlare”. Per fortuna mi sono scelta una cane femmina: lei capisce al volo e per farmi un favore attende l’ingresso in casa prima di fare pipì. Ed eccola lì, una bella pozzanghera gialla in cui galleggiano due bottiglie di vino rosso.

domenica 24 febbraio 2013

VADO, ANZI NO

Sto uscendo per esercitare il mio diritto costituzionale: a esser sinceri, ne farei volentieri a meno. In condizioni normali non parlerei in questo modo, esprimere il proprio parere attraverso il voto è una conquista sociale di grande importanza. Solo che non ho nessun parere da esprimere, almeno non riassumibile in una x da apporre su un simbolo o ripetibile a voce alta, tanto più che i seggi hanno luogo nella scuola elementare di mia figlia: nonostante l'anonimato, mi sentirei a disagio se gli scrutatori leggessero quello che avrei tanta voglia di scrivere sulla scheda elettorale. Comunque il voto è un diritto e io sto uscendo per esercitarlo. E per fare una passeggiata sotto la neve. E già che ci sono potrei andare a comprare le sigarette. Noleggiare un film. Fare un aperitivo al bar. Fare due chiacchiere qua e là. Perdere nel frattempo la tessera elettorale. Perdere la carta di identità. Perdere i principi di responsabilità. E' che io non mi sento rappresentata né dal centrodestra, né dal centrosinistra, né dal concetto del voto di protesta. Perché protestare va bene, ma poi bisogna avere la capacità di costruire e qui è tutto un altro paio di maniche. A tal proposito, mi sentivo rappresentata dalle giacche spiritose di un intellettuale che per definirsi tale si è messo in curriculum qualche laurea di troppo. E, giacche a parte, i cazzoni non mi piacciono. Chi resta allora? Il rivoluzionario pigro che conosco più che altro grazie (si fa per dire) alle imitazioni Crozza? O il resto della ciurma, non meglio identificata? Niente, vado e improvviso. Sono le diciotto e trenta e vado. Mi vesto pesante, guanti, sciarpa e compagnia bella e vado. Ma cosa vado a fare, se fare una scelta mi sa tanto di passeggiata verso il patibolo? Ed ecco cos'è diventato questo Paese: il luogo dei diritti civili inutili, la culla del disappunto che si trasforma in pessimismo e rassegnazione, la terra dove "tanto non cambia nulla, sono tutti uguali, sono tutti delinquenti". E io non voglio essere complice di questa gente. Vado, va bene vado, ma prima faccio un salto a comprare le sigarette.

venerdì 22 febbraio 2013

TANTE VOLTE SAREBBE MEGLIO STARSENE A LETTO

Se questa era la giornata in cui tutto doveva andare storto, allora questa è stata la giornata perfetta. Certo avrei gradito un sms di avvertimento intorno alle sette del mattino, tipo: Il servizio "Come andrà oggi" informa: state a letto, per Dio!, così mi sarei risparmiata la fatica di alzarmi, lavarmi, vestirmi, sentirmi triste e sfigata. La buona notizia è che sono arrivati i biglietti per il concerto di Vasco. E che guardando "Reparto maternità", alla nascita di un bambino, ho pianto. Residui di sensibilità continuano a vivere in me.

giovedì 21 febbraio 2013

4 - NOI E NINA

Devo dare ragione al mio amico Q. quando dice che in casa mia è come se si assistesse ogni giorno all’esondazione del fiume Giallo. Nina è ufficialmente Miss Pipì 2013. È un cucciolo, ci vuole pazienza, ci vorrà ancora tempo prima che impari, hai voluto la bicicletta pedala. Queste le frasi più gettonate che mi sento dire appena accenno al fatto che la nostra cagnolina piscia in casa come un toro – parole di Nicole. Per fortuna, i solidi ama farli all’aria aperta, con buona pace dei nostri vicini che, frequentando in primavera il prato col barbecue, diventeranno persone molto fortunate. Per ora la neve copre le magagne, ma non è che la cacca evapora, no? Allora ieri via con le operazioni di raccolta dei malloppi rinsecchiti. Sono giornate di grandi soddisfazioni, mi sembra giusto condividerle con voi lettori. Il problema resta la pipì domestica: è evidente che Nina soffre di incontinenza festaiola. Il che significa che, ogni volta che vede un componente della famiglia dopo qualche ora di lontananza, si piscia addosso. Ovunque si trovi. Sul divano, nella sua cuccia, sul tavolo, sul pavimento – che tra l’altro è giallo, quindi tende a mimetizzare le sue pozzanghere. Consci di questo problema urinario, stiamo cercando di correre ai ripari, attuando ogni giorno un metodo diverso. Ieri mattina, ad esempio, ho pensato di chiedere a Cristian di sistemare il cane sopra il tappeto assorbente in vista del mio arrivo in salotto. Erano le sette meno un quarto, orario in cui notoriamente io non esisto. Comunque Cri si era già alzato per il suo dolce risveglio davanti a Sky Sport 24. Allora l’ho chiamato sul telefono di casa dal mio cellulare. Al primo squillo, nella sua testa si sono materializzati pensieri catastrofici, riguardanti furti, rapimenti, assassini. Invece si trattava di una vocina alterata dal sonno che gli diceva: “Devo venire in salotto, fai qualcosa”. Un quarto d’ora dopo ha capito che ero io. E che la follia ha iniziato a dilagare nella mia mente ossessionata da alcol denaturato, Scottex e pozzanghere gialle. Il piano ha funzionato, Nina vedendomi si è pisciata addosso, il tappetino ha assorbito la sua incontinenza e la nostra giornata è cominciata sotto i migliori auspici. Salvo l’istinto della bestiola di segnare il territorio sotto la scrivania, sul divano e sul davanzale del mio ufficio. E vai con lo tsunami del fiume Giallo.

mercoledì 6 febbraio 2013

PICCOLE ALBERTO ANGELA CRESCONO

Ai piedi del Battistero di Piazza dei Miracoli in Pisa, Nicole sente l'esigenza di telefonare alla nonna Titti per comunicarle una scoperta epocale:

NEO-MAMMA FIGHISSIMA

Ammiro Alessandra Martines, prima di tutto perché è stata Fantaghirò, poi perché a quasi cinquant’anni ha avuto un figlio. Tralasciando la questione etica o presunta tale, che poco interessa, vorrei soffermarmi sulla dimensione fisica e metafisica di questa donna che, a pochi mesi dal parto, è già così


 quando la maggior parte delle sue coetanee è così

 
e non si tratta di uno stato post-partum.
Quello che mi ha impressionato dell’intervista apparsa su Vanity Fair è che Hugo, il figlio della Martines, “in otto ore di set non ha mai pianto, ha guardato la mamma quando doveva guardare la mamma, sorriso quando doveva sorridere, dormito quando doveva dormire”. A dire la verità, in casa della Martines, sembrano addestrati anche i cani e il giovane marito


quando nelle case delle neo-mamme si assiste inevitabilmente a un’esplosione di paracapezzoli, inefficaci sacchetti antiodore per i pannoloni, pentolini pieni d’acqua per sterilizzare qualsiasi oggetto, soprammobili compresi, creme per le ragadi, missili terra-aria in caso di avvicinamento suocera.
Ma la cosa più sconvolgente è la dichiarazione della Martines: “Ho sofferto soprattutto per non aver potuto allattare esclusivamente al seno: Hugo si addormentava poco dopo aver iniziato a succhiare e perdeva peso. Per me, che non sono stata allattata da mia madre, è quasi un modo per compensare questa mancanza”.

 
Ora, a parte che il look migliore con cui allattavo io non era certo con un foulard piumato intorno al collo, ma con una maglia chiazzata elegantemente arrotolata sopra le tette e la faccia di una a cui stanno per estrarre un dente senza anestesia, comunque non ho mai sentito dire che una allatta perché non è stata allattata. È come dire che io vado sempre in retromarcia perché mia mamma non ci andava mai, dopo aver centrato un panettone di cemento alle sue spalle – una di notte, fuori dalla discoteca, con i miei amici che ridevano come matti, di certo un trauma adolescenziale superiore a quello causato da un mancato allattamento.
Bene, continuo ad ammirare Alessandra Martines, anche se indossa tacchi vertiginosi per rassettare la casa e la mia pazienza ha un limite. Be’ sì, ammirerei di più Alessandra Martines se si fosse mostrata non dico sfatta e debosciata come qualsiasi neo-mamma, ma almeno senza tre dita di fard e una passata di Photoshop e sincera nel dire che “anche dopo il parto, è importante che una donna rimanga seducente. Non per piacere all’uomo, ma per piacere a se stessa”, aggiungendo la postilla “anche quando si guarda allo specchio e sembra che le abbiano appena tirato un gavettone in faccia o si infila una maglietta decente e una colata di vomito la fa vacillare sulla distinzione tra il concetto di bene e di male”.

GENIUS AT WORK


3 - NOI E NINA

Una tra queste affermazioni è falsa. Quale?
1) Nina ama sgranocchiare il legno.
2) Nina è vegetariana: adora mangiare le piante.
3) Nina mangia le sue crocchette di pollo e riso.
4) Nina adora affondare i denti aguzzi nei piedi di Roberta, che camminando se la trascina dietro per tutta la casa.
5) Nina è attratta dalla plastica e, in generale, da tutto ciò che appartiene a Nicole. Peccato non sappia che quest'ultima, essendo figlia unica, è l'imperatrice di casa, e non sembra intenzionata ad abdicare.

Soluzione:
L'affermazione falsa è la 3. Siccome ne ho cinque chili da smaltire, stasera tartare di crocchette di pollo e riso in un trionfo di insalata mista.

DECISIONE PRESA

Il mio voto alla cazzo quest'anno andrà a tale Oscar Fulvio Giannino, torinese, giornalista e politico, brutto a vedersi, candidato premier per Fare per Fermare il Declino (FID). Non ho idea di quali siano i punti del suo programma, se ne abbia, se abbiano un senso. Una mattina ho tentato di seguire la sua intervista per radio, ma mi sono addormentata dopo sei minuti. Quindi mi fido a istinto. Dopo tutto, uno che si è presentato al suo matrimonio vestito così, merita più di una chance:


Sì, la moglie è senza dubbio la ballerina di un saloon.

martedì 5 febbraio 2013

LARINGO-FARINGITE BATTE SIGARETTA ELETTRONICA

Leggo e pubblico:
"Continua a far parlare di sé la sigaretta elettronica. Diventata ormai più che altro una moda, ancora non si è capito se abbia realmente dei vantaggi o se, al contrario, faccia addirittura male. L'opinione pubblica e scientifica è divisa sulla questione e non si giunge ad alcuna conclusione.
L’Istituto Superiore di Sanità, per esempio, ha bocciato le sigarette elettroniche, affermando che quelle contenenti nicotina "sollevano preoccupazioni per la salute pubblica". Sostiene infatti che le sigarette elettroniche con nicotina, potrebbero presentare potenziali livelli di assunzione di nicotina per i quali non è possibile escludere rischi per la salute, in particolare per i giovani. Infatti, secondo lo studio dell’Iss, il fumatore elettronico assume più nicotina anche di chi fuma 20 sigarette classiche al giorno. [...].
Per quanto riguarda la situazione all’estero, ci sono paesi in cui sono già state vietate: Australia, Brasile, Canada, Norvegia, Singapore, Thailandia, Uruguay, Turchia e anche la Cina, che continua però a produrle per l’esportazione. In Francia, invece, ne è stato approvato l’uso terapeutico, mentre negli Stati Uniti saranno, a breve, trattate come farmaci. In Italia, rimaniamo in attesa di prove e analisi scientifiche sui reali rischi e, intanto, il commercio e il giro d’affari delle sigarette elettroniche cresce sempre più".

Se volete smettere di fumare, fate come me: fatevi venire una laringo-faringite, accompagnata da febbre persistente e sbalzi climatici interni. Vedrete che la nicotina sarà il vostro ultimo pensiero, almeno finché continuerete a essere produttori sani di catarro.
Ps. Non fumo da sabato. Vediamo fino a quando tengo botta (senza commettere omicidi, s'intende).

lunedì 4 febbraio 2013

LA NOTTE HA DA PASSA'

Devo scusarmi con gli amici per le mail e gli sms allarmistici che ho inviato stanotte, in preda al delirio da febbre alta. I messaggi erano tutti sulla falsariga di un addio testamentario, tipo:
- alla mia amica G. ho affidato la cura delle mie piante cadaveriche e del fagiolo piantumato di recente
- all'altra mia amica G. ho chiesto di occuparsi della pubblicazione del mio manoscritto, che da morta si dovrebbero vendere più copie che da viva
- a M. ho ricordato di depilarmi con cura prima dell'imbalsamazione
- al mio amico d'infanzia L. ho raccomandato di pensarmi nel fior fiore dell'età e senza rughe
- a F. ho mandato un saluto particolare
- a D. ho chiesto di vendere tutti i libri di Edizioni Terra marique
Mi sono accorta di tutto quello che avevo scritto in tarda mattinata, quando con un briciolo di lucidità ho riacceso il BlackBerry. Mi dispiace per la mia amica G. che si è preoccupata sul serio, ma ho goduto rileggendo un sms pieno di parolacce inviato a un destinatario che ne meriterebbe tante altre. Non so se abbiano contribuito le Tachipiroske a fiumi, comunque a volte la febbre alta è più liberatoria di una sbronza!

2 - NOI E NINA


A una settimana circa dall’arrivo di Nina a casa nostra, quali di queste affermazioni sono vere?

1) Nina è arrivata e il giorno dopo a Nicole è venuta la febbre a 39,5.

2) Nina è arrivata e sei giorni dopo a Roberta è venuta la febbre a 38,5.

3) Nina è arrivata e quasi subito a Cristian sono venuti due maroni così.

4) Nina ha addentato il filo del mio mouse.

5) Nina ha addentato l’aeroplanino di legno made in Trentino.

6) Nina ha addentato il ginocchio di Nicole, causandole una crisi isterica.

7) Nina ha addentato il Sacro Graal di casa nostra, ovvero il telecomando, e adesso può mangiare solo omogeneizzati.

8) Nina piscia e caga come un elefante indiano, del quale condivide la grazia.

9) Nina sta ricevendo una severa educazione, come da manuale: le parliamo guardandola sulla schiena e facendole capire chi comanda, cioè lei.

10) Nina non fa più paura a Nicole, che ha finalmente smesso di scappare per tutta la casa piangendo e agitando le braccia come un orango quando la cagnetta si avvicina.

Soluzioni:
1) Vero.
2) Vero.
3) Verissimo.
4) Vero.
5) Vero.
6) Vero (compreso l'urlo straziante di Nicole).
7) Vero, ma ha ancora tutti i dentini (almeno per ora).
8) Vero.
9) Tutto falso, a parte i tentativi (fallimentari) di parlarle guardandola sulla schiena (?) e il fatto evidente che comanda lei.
10) Falso. Anche se, a onor del vero, facciamo progressi