giovedì 30 agosto 2012

UNA STANZA PIENA DI LUCE

Ci sono persone delle quali non possiamo fare a meno. Dipende dalla nostra indole, ma soprattutto dalle circostanze che ci troviamo a vivere. Una volta - sembra passato un secolo - una persona mi ha detto che la mia vita è come una stanza piena di luce che entra dalle finestre spalancate, abitata da gente che ama divertirsi e stare bene insieme. In ogni angolo ci sono progetti e cose da fare, tante idee e molta voglia di realizzarle. Questa stanza chiassosa e accogliente è stata costruita mattone dopo mattone, con un sacco di fatica, nella certezza che terremoti e uragani, pur mettendola a dura prova, non l'abbatteranno mai. Non tutti vi possono accedere, la selezione all'ingresso è dura: il primo passo è guardarsi negli occhi. Non sempre è stato così, nella mia stanza sono entrate molte persone sbagliate, delle quali pensavo di potermi fidare. Ma una volta uscite non hanno avuto un biglietto di ritorno, nessuna seconda opportunità. Nel frattempo ho accumulato un po' d'esperienza: se gli occhi non sono abbastanza limpidi e le intenzioni condivise, allora è bene evitare persino la sosta davanti all'ingresso.
Delle persone che oggi animano il mio spazio vitale non potrei fare a meno per nessuna ragione al mondo. C'è il compagno di mille avventure, quello che ha visto per primo venire alla luce il frutto del nostro amore e da quell'istante ha cominciato a guardarlo con gli occhi di un papà innamorato. C'è una bambina che mi ricorda ogni giorno la meraviglia della scoperta, che ama scalare le montagne confrontandosi con la fatica di diventare grande, sapendo che ogni tanto si può anche starsene comodamente seduti in funivia, senza la paura di guardare di sotto. Ci sono le rocce, quelle alle quali posso ancorarmi come un granchietto in balia delle onde - ma poi si riparte, lasciandosi trasportare dalla placida corrente. Ci sono le amiche, quelle che mi prendono per mano sotto un cielo azzurrissimo mentre mi sto perdendo in chissà quale vicolo e mi dicono "chiama quando vuoi, tu non disturbi mai". Ci sono gli amici, quelli che ci hanno messo un sacco di tempo a capirmi, magari sbagliando a valutare certi passaggi fondamentali: però so per certo che se mai dovessi rimanere a piedi in mezzo alla tangenziale, uno di loro - quello più vicino, quello più comodo - arriverà a salvarmi. Ci sono le persone che mi fanno ridere, e quelle che mi fanno incazzare ma alla fine ho imparato a perdonarle, perché so che ne vale la pena. E poi quelle che hanno fiducia, che si affidano a me, che poi ho paura di deluderle, ma basta guardarsi negli occhi e andare avanti. E ci sono quelle che se ne vanno: mai per sempre, perché qualcosa di loro resta, nel bene e nel male. Be' sì, nella mia stanza sono passate anche persone che non hanno capito, che forse qualcosa di quella luce l'hanno condivisa, ma tutto si è esaurito nello spazio di un fiammifero bruciato.
Ognuna di queste persone, a suo modo, è indispensabile perché non c'è niente di meglio che imparare a conoscersi attraverso chi anima il tuo mondo.
                        Una stanza in Madrid piena di sorrisi e shopping da infilare in valigia

mercoledì 22 agosto 2012

UN ATTIMO, SONO AL TELEFONO!

Alle ragazze piace stare al telefono. Anche quando il resto della famiglia, accecata dalla fame e dalla sete, cerca (inutilmente) un tavolo nei pressi di un ristorante dolomitico a casaccio. E non serve dire: ti do due minuti mentre chiami la tua amica. Una telefonata breve, andare bene, ne dura almeno sette e mezzo. E parlo di roba davvero ultra rapida, ridotta all'osso eliminando con precisione chirurgica tutte le subordinate. Roba insomma che ti lascia l'amaro in bocca, che ti viene subito voglia di mandare una mail per ulteriori approfondimenti.
A mio avviso, per una telefonata soddisfacente, servono almeno trentacinque minuti. Esempio:
Ieri: un'ora e ventotto minuti con Chiara (ottimo, una delle due nel frattempo ha persino stirato)
Stamattina: quarantasette minuti con Marghe (appena sufficiente, per decidere chi nel mini trolley deve mettere cosa, resta il dubbio se a Madrid avremo shampoo a sufficienza)
Pomeriggio: quarantadue minuti con Giulia (vedi sopra, comunque passeremo cinque giorni insieme, quindi tutto bene)
Stasera: diciotto minuti con Nicole (la ragazzina comincia a mostrare un Dna come si deve). E una certa ironia:
Io: Cucciolo, non vedo l'ora di farti le coccole.
Lei: Le coccole? Strano, di solito mi dici che vuoi tirarmi una lampada in testa!

UN DOS TRES... MADRID

Nonostante
- le gufate degli amici invidiosi (che a quanto pare ci hanno messo del loro)
- le notizie allarmistiche della Ryanair in merito ad aerei decollati senza carburante e severissimi controlli caso mai ti venisse in mente di nascondere dell'esplosivo nel tubo del dentifricio
- una presunta vertebra schiacciata con conseguente zoppicamento (Giulia)
- un ipotetico attacco di tisi che fa molto romanzo ottocentesco ma anche quarantena sui Pirenei (Marghe)
- una retro azzardata con tanto di fiancata fiaccata (la sottoscritta) e una vendicativa caccia alle streghe (l'incidentato)
LE RAGAZZE DOMANI VANNO A MADRID!!!

lunedì 20 agosto 2012

HEY OCCHI BLU


Hey occhi blu
La verità è che senza tante parole
io sento i brividi
i brividi nel cuore

La frase più bella dell'estate 2012, almeno finora, l'ha detta Nicole: "Ho il paradiso negli occhi". Non so cosa volesse dire, ma una cosa è certa: il paradiso lo vediamo io e il suo papà ogni volta che guardiamo lei.
Mi manchi cucciolo, non vedo l'ora di riabbracciarti.


S'I FOSSI WINX, CAMBIEREI 'L MONDO

Cos'è l'amore se non l'insano desiderio di farsi carico di tutte le preoccupazioni, le debolezze, le tristezze della persona che ami e in quello stesso istante dirle: Adesso goditi, amore mio, la tua serenità.
In questo momento vorrei essere una Winx, avere il potere della fiamma del drago, guadagnarmi un Enchantix e dimostrare che non solo nei cartoni animati l'amore che c'è in fondo al cuore basta a sconfiggere il male. Certo se fossi una Winx avrei anche un paio di gambe lunghissime e un'estrema difficoltà a far entrare nel mini trolley misura Ryanair gli stivali tacco quindici e la gabbietta delle Pixie. Ma ne varrebbe la pena, ne sono certa, un battito d'ali e tutto il coraggio dell'universo perché su Gardenia regni la pace.