martedì 20 agosto 2013
mercoledì 24 luglio 2013
martedì 25 giugno 2013
SABATO 29 GIUGNO
Sabato 29 giugno
nel tardo pomeriggio (ore 17)
sotto l'ombra degli alberi del Parco Secchia di Villalunga (Casalgrande)
si parlerà di ricette con Cinzia Marchi, autrice del libro Vi cucino la natura, una rivisitazione dei piatti della tradizione reggiana per i vegetariani, i vegani e per chi soffre di intolleranze alimentari.
nel tardo pomeriggio (ore 17)
sotto l'ombra degli alberi del Parco Secchia di Villalunga (Casalgrande)
si parlerà di ricette con Cinzia Marchi, autrice del libro Vi cucino la natura, una rivisitazione dei piatti della tradizione reggiana per i vegetariani, i vegani e per chi soffre di intolleranze alimentari.
VENERDI' 28 GIUGNO
Vi aspettiamo in Rocca a Montefiorino
venerdì 28 giugno
dalle nove di sera
per la presentazione della raccolta di racconti di Luca Casoni.
Faremo due chiacchiere in libertà con questo giovane autore esordiente, una bella scoperta di Edizioni terra marique per dare un tocco di pulp alla stagione estiva.
venerdì 28 giugno
dalle nove di sera
per la presentazione della raccolta di racconti di Luca Casoni.
Faremo due chiacchiere in libertà con questo giovane autore esordiente, una bella scoperta di Edizioni terra marique per dare un tocco di pulp alla stagione estiva.
venerdì 21 giugno 2013
IL MIO GRANDE PISELLO
Fresca di stampa la prima uscita estiva di Edizioni Terra marique
Vi aspettiamo alla presentazione:
Domenica 23 giugno 2013
Ore 17
Casa Giarina
Via Sassuolo – Terzo Tratto, n° 5407
Pigneto di Prignano
Romano Pellesi presenta il suo libro
“Il mio grande pisello”
Dialoga con l’autore Roberta Rossi
A seguire buffet
ADDIO ALLA TAZZA
Tazza rosa e bianca di fine porcellana con inserti dorati. Sopravvissuta a due attacchi da parte della signora Anna. Acciaccata ma ancora viva grazie a generose passate di Bostik. Oggi ci ha lasciati, sgretolandosi in mille pezzi. Causa terremoto. Di lei resterà vivo in me il ricordo, gli slalom spericolati contro il Vetril, la tenacia nel far bella mostra di sé nonostante il retro fosse bucato, l'addio alle armi quando la terra ha tremato. E qualche rimasuglio di porcellana che dieci a uno si conficcherà nel piedino di mia figlia, allergica alle ciabatte.
sabato 1 giugno 2013
domenica 12 maggio 2013
mercoledì 8 maggio 2013
NOVITA'
Tornare qui è come tornare a casa, tanto più che sto scrivendo... da casa. Lasciamo stare.
Il punto è che la vita a Terra marique è piena di impegni, cose da fare, manoscritti da sistemare, libri da pubblicare. Prima dell'estate sono previste quattro uscite, poi stiamo lavorando con una redazione nuova di zecca (e qualche volto noto) a un progetto che tra un paio di settimane sarà on line. Tanto lavoro e poi c'è Nina che, nonostante gli incontri con l'educatrice, sembra sempre più indomabile.
Andiamo avanti! Anzi, vamos adelante, perché bussa alla porta con sempre più insistenza quel progetto spagnolo chiamato Tierra marique...
Il punto è che la vita a Terra marique è piena di impegni, cose da fare, manoscritti da sistemare, libri da pubblicare. Prima dell'estate sono previste quattro uscite, poi stiamo lavorando con una redazione nuova di zecca (e qualche volto noto) a un progetto che tra un paio di settimane sarà on line. Tanto lavoro e poi c'è Nina che, nonostante gli incontri con l'educatrice, sembra sempre più indomabile.
Andiamo avanti! Anzi, vamos adelante, perché bussa alla porta con sempre più insistenza quel progetto spagnolo chiamato Tierra marique...
mercoledì 27 marzo 2013
BUK MODENA 2013
Edizioni Terra marique c'era (con gli amici di sempre, gli autori, i visitatori e la birra, anche se non documentata)
venerdì 22 marzo 2013
BUK MODENA 2013
Sabato 23 e domenica 24 marzo Edizioni Terra marique presidierà lo stand 68 presso il Foro Boario di Modena. Veniteci a trovare - se ci trovate - ricordando di non soffermarvi presso gli altri stand né tanto meno di acquistare libri che non siano i nostri, perché a TM soffriamo di permalosità acuta.
Parcheggiate al parco Novi Sad e immergetevi nello splendido scenario del Foro - contenti di sapere che l'ingresso è gratuito e la nostra sala è blu, nel senso che le tovaglie di carta sui tavoli sono blu.
Allo stand vi aspettiamo con gli autori TM - che hanno promesso di esserci, seppur per una fugace apparizione come solo i Vip sanno fare - le nostre pubblicazioni, il programma dei corsi primaverili e il nuovo concorso per racconti. L'orario di ingresso è dalle 9.30 alle 20.30, sia sabato che domenica.
Parcheggiate al parco Novi Sad e immergetevi nello splendido scenario del Foro - contenti di sapere che l'ingresso è gratuito e la nostra sala è blu, nel senso che le tovaglie di carta sui tavoli sono blu.
Allo stand vi aspettiamo con gli autori TM - che hanno promesso di esserci, seppur per una fugace apparizione come solo i Vip sanno fare - le nostre pubblicazioni, il programma dei corsi primaverili e il nuovo concorso per racconti. L'orario di ingresso è dalle 9.30 alle 20.30, sia sabato che domenica.
martedì 19 marzo 2013
lunedì 11 marzo 2013
IL MIO SPLENDORE
Ieri, alla festa di compleanno di una bimba, non riuscivo a smettere di guardare Nicole mentre giocava con le sue amichette. Non la guardavo per tenerla d'occhio o perché spinta da un istinto protettivo: la sua bellezza mi teneva incollata a lei. Rischio di sembrare presuntuosa, me ne rendo conto. In realtà parlo della bellezza che forse solo una mamma (e un papà) riescono a vedere nella loro creatura: la bellezza dell'animo, che si esprime nella purezza di due occhioni limpidi. Mi piace osservare Nicole mentre lei non se ne accorge: ho visto i suoi occhi felici di condividere il tempo con le amiche, e terrorizzati quando Nina è sgattaiolata fuori dal cancello di casa. Li ho anche visti smarriti quando la sua migliore amica l'accusava di non averle prestato attenzione, e poi sinceri nel dire che bisognava superare i litigi. Mia figlia è splendida, se non lo dico e non lo scrivo, non sarei sincera. L'ho detto anche a lei, ieri pomeriggio. E lei mi ha risposto: "Mamma, sei la migliore", perché sa quanto odio le feste di compleanno e sa che per lei stavo rinunciando a un impegno con un'amica. Ma lo splendore di mia figlia merita tutte le rinunce del mondo - e anche tre ore in mezzo a bambini urlanti e genitori con i quali ho solo un argomento in comune: "Piove, eh!".
venerdì 8 marzo 2013
OGNI TANTO MI PIACE RICORDARLO
"Tutti commettono degli errori,
è per questo che hanno messo le gomme sulle matite".
Lenford "Lenny" Leonard
è per questo che hanno messo le gomme sulle matite".
Lenford "Lenny" Leonard
giovedì 7 marzo 2013
IL PRIMO PREMIO LETTERARIO DI UN AUTORE DI EDIZIONI TERRA MARIQUE. EVVAI
CITTÀ DI PONTREMOLI
Concorso di Letteratura a
carattere internazionale
Seconda Edizione 2013
Premio Speciale ROMANZO GIALLO
per
il romanzo “Tutto cambia” a
ALESSANDRO
PRANDINI
La cerimonia di Premiazione si terrà in Pontremoli (MS), nella prestigiosa cornice del settecentesco Teatro della Rosa, domenica 7 aprile c.a., alle ore 15,30, alla presenza di autorità, di esponenti della Cultura, degli Ospiti d’Onore e della Giuria.
Concorso di Letteratura a
carattere internazionale
Seconda Edizione 2013
Il Centro
Culturale Il Porticciolo e la Giuria del Concorso di Letteratura “Città
di Pontremoli” sono lieti di comunicare che è stato deciso all’unanimità di
assegnare il
Premio Speciale ROMANZO GIALLO
La cerimonia di Premiazione si terrà in Pontremoli (MS), nella prestigiosa cornice del settecentesco Teatro della Rosa, domenica 7 aprile c.a., alle ore 15,30, alla presenza di autorità, di esponenti della Cultura, degli Ospiti d’Onore e della Giuria.
PROVA D'AMORE
Ci sono momenti in cui hai bisogno di mettere alla prova il tuo amore, per capire se è vero e se supererà ogni ostacolo. A me è successo:
- non ho urlato mentre ieri sera Cristian metteva chilometri di scotch intorno al tubo del water che perdeva acqua, svegliandomi tra rumori inquietanti. E mettendo a dura prova il mio sistema nervoso quando mi sono resa conto che il mio bellissimo bagno si è trasformato in un cesso rattoppato e antiestetico
- non ho strozzato la cagnolina quando stamattina è venuta a svegliarmi, pisciando per l'emozione sul letto
- non ho minacciato Nicole di spedirla in collegio quando mi ha centrato in pieno col guinzaglio del cane, dopo averle detto tre volte di smetterla di farlo roteare come se fosse un'arma contundente. Anzi mi sono messa a ridere quando ha detto: "Nina, sei l'unica che mi capisce. E tu mamma non essere gelosa se voglio più bene al cane che a te".
Se questo non è amore...
- non ho urlato mentre ieri sera Cristian metteva chilometri di scotch intorno al tubo del water che perdeva acqua, svegliandomi tra rumori inquietanti. E mettendo a dura prova il mio sistema nervoso quando mi sono resa conto che il mio bellissimo bagno si è trasformato in un cesso rattoppato e antiestetico
- non ho strozzato la cagnolina quando stamattina è venuta a svegliarmi, pisciando per l'emozione sul letto
- non ho minacciato Nicole di spedirla in collegio quando mi ha centrato in pieno col guinzaglio del cane, dopo averle detto tre volte di smetterla di farlo roteare come se fosse un'arma contundente. Anzi mi sono messa a ridere quando ha detto: "Nina, sei l'unica che mi capisce. E tu mamma non essere gelosa se voglio più bene al cane che a te".
Se questo non è amore...
giovedì 28 febbraio 2013
5 - NOI E NINA
Prendo
spunto da un verso della canzone sanremese dei Modà (a mio avviso un vero
delirio inascoltabile, con baci che si mangiano e gente che prende il volo
saltando, ma vabe’), che più o meno fa così: “Pensa se gli animali potessero
parlare”.
Ecco, se Nina potesse parlare, sono certa che direbbe: “Toglietemi di torno quella pazza bionda sdentata!”. È evidente che, nel giro di un mesetto, i rapporti di forza tra Nina e Nicole si sono capovolti: dopo le prime due settimane in cui il mini cucciolo terrorizzava la piccina, adesso è quest’ultima ad aver preso il sopravvento, terrorizzando la cagnetta che sta meditando di abbandonarci – non fosse per il microchip che non le consentirebbe di girare l’angolo.
Causa seggi elettorali, Nicole ha appena trascorso due giorni a casa da scuola: finalmente mi sono guadagnata un’alleata che mercoledì mattina, alla riapertura della scuola, ha esultato con me. L’ultima fissa di Nicole è di insegnare a Nina a fare la verticale: ci è riuscita. Solo che a un certo punto ha esagerato: non solo ha afferrato la cagnetta per le gambe posteriori, ma l’ha anche sollevata da terra, urlando trionfante “Guarda mamma, Nina è a testa in giù”. Ho visto il terrore negli occhi di quel povero cagnolino che però, a essere sinceri, riceve anche molte cure da Nicole: deve solo imparare a non farsi acciuffare durante quella che Nicole ha ribattezzato “l’ora della ginnastica artistica”.
Per fortuna ci sono anche dei momenti di quiete, tipo questo:
Eravamo a casa dei nostri amici E. e D.: con grave imbarazzo da parte dei suoi padroni, Nina, rimasta sola in salotto, aveva appena finito di banchettare sulla tavola apparecchiata e imbandita di aperitivi con gli stuzzicadenti, finiti insieme alla mortadella e al formaggio nel suo saccheggio. Da allora ci siamo ripromessi di specificare, ad ogni invito da parte degli amici, che Nina resterà a casa, godendosi la quiete domestica e scagazzando liberamente in giro per il salotto.
Ecco, se Nina potesse parlare, sono certa che direbbe: “Toglietemi di torno quella pazza bionda sdentata!”. È evidente che, nel giro di un mesetto, i rapporti di forza tra Nina e Nicole si sono capovolti: dopo le prime due settimane in cui il mini cucciolo terrorizzava la piccina, adesso è quest’ultima ad aver preso il sopravvento, terrorizzando la cagnetta che sta meditando di abbandonarci – non fosse per il microchip che non le consentirebbe di girare l’angolo.
Causa seggi elettorali, Nicole ha appena trascorso due giorni a casa da scuola: finalmente mi sono guadagnata un’alleata che mercoledì mattina, alla riapertura della scuola, ha esultato con me. L’ultima fissa di Nicole è di insegnare a Nina a fare la verticale: ci è riuscita. Solo che a un certo punto ha esagerato: non solo ha afferrato la cagnetta per le gambe posteriori, ma l’ha anche sollevata da terra, urlando trionfante “Guarda mamma, Nina è a testa in giù”. Ho visto il terrore negli occhi di quel povero cagnolino che però, a essere sinceri, riceve anche molte cure da Nicole: deve solo imparare a non farsi acciuffare durante quella che Nicole ha ribattezzato “l’ora della ginnastica artistica”.
Per fortuna ci sono anche dei momenti di quiete, tipo questo:
Eravamo a casa dei nostri amici E. e D.: con grave imbarazzo da parte dei suoi padroni, Nina, rimasta sola in salotto, aveva appena finito di banchettare sulla tavola apparecchiata e imbandita di aperitivi con gli stuzzicadenti, finiti insieme alla mortadella e al formaggio nel suo saccheggio. Da allora ci siamo ripromessi di specificare, ad ogni invito da parte degli amici, che Nina resterà a casa, godendosi la quiete domestica e scagazzando liberamente in giro per il salotto.
martedì 26 febbraio 2013
FRASI D'AMORE
Ci
sono frasi che all’interno di una coppia hanno un significato tutto loro. Non
mi riferisco ai nomignoli che sarebbe meglio non pronunciare in pubblico onde
evitare marchiature a fuoco che poi è impossibile scrollarsi di dosso. Intendo
proposizioni di significato compiuto, come l’universale “Amore, dobbiamo
parlare”, che pronuncia esclusivamente lei, provocando in lui stati d’angoscia
o improvvisi eritemi cutanei.
Ogni coppia ha la sua frase ostica, pensateci bene. Voglio svelarvi la nostra: “Posso chiederti solo un favore?”. Ecco, quando sento il mio lui pronunciare questa frase, mi preparo al peggio. Analizziamola insieme:
- “Posso chiederti” = tale scelta verbale non è fatta a casaccio. Accompagnata da un’espressione auto-compassionevole, presuppone una richiesta che nasce dalla consapevolezza di avere a che fare con una donna all’apparenza piccola e minuta, ma dotata delle capacità fisiche di Octopus. Poi vi spiego perché.
- “solo” = il mondo sa quanto odio gli avverbi quando leggo, figuriamoci quando ascolto. Nello specifico, tale avverbio è una paraculata all’ennesima potenza. Ancora un attimo di pazienza e capirete perché.
- “un favore” = dal latino faveo, ovvero “fare qualcosa che vada a vantaggio di qualcun altro”, senza nuocere al destinatario della richiesta. Ma questi sono dettagli linguistici non contemplati nel dialogo uomo-donna.
Ed ecco giunti alla situazione esemplificativa.
Sono le otto di sera, è appena terminata una lunga giornata di lavoro in ufficio. Scendo dalla macchina, mi carico sulla spalla destra la borsa Desigual e la borsa col computer (preludio a una serata di lavoro). Infilo su per il braccio sinistro un sacchetto contenente un po’ di tutto, gli avanzi del pranzo e via dicendo. Estraggo dal bagagliaio lo zaino di Nicole e me lo metto in spalla, constatando che entro la seconda elementare mia figlia sarà gobba. Prendo in braccio Nina, il cane, onde evitare che durante il tragitto dal parcheggio all’ingresso di casa sprofondi nella neve, che sarà anche bella a vedersi, ma ha ormai soffocato ogni residuo di santa pazienza. Mi dirigo verso il cancelletto alla ricerca delle chiavi che, guarda caso, sono scomparse nella borsa Desigual più simile a un pozzo senza fondo, quando arriva Cristian. Scende dalla macchina, deposita non so cosa davanti all’ingresso, mi avvisa che sta andando a prendere Nicole dai nonni. Ed ecco la frase che mette a repentaglio la sua vita: “Posso chiederti solo un favore?”.
“Ma certo”, rispondo io con la bocca storta, che non è solo un modo per reprimere con tanta ironia un istinto omicida, ma è il sintomo più evidente di un ictus in corso.
“Ti dispiacerebbe portare in casa due bottiglie di vino?”, mi chiede lui prima di sgommare via verso nuovi orizzonti – ovvero la casa dei suoi genitori (sia libero ognuno di cogliere qui le metafore che più desidera).
Io, piccola Octopus con borsa, computer, sacchetto, zaino, cane tra mani, braccia e spalle, a questo punto, per assolvere a “solo un favore”, dovrei estrarre due arti per le bottiglie di vino, e siccome me ne rimarrebbero altri quattro non utilizzati, potrei, già che ci sono, dare una spazzata alle scale mentre salgo in casa e scambiare gli zerbini davanti alle porte dei miei vicini per fargli un divertentissimo scherzetto.
Non lo faccio, ma solo perché il cane comincia a manifestare un incontenibile desiderio di fare pipì. A questo punto, carica come un mulo, e più che esausta, rassegnata, le dico: “Nina, io e te dobbiamo parlare”. Per fortuna mi sono scelta una cane femmina: lei capisce al volo e per farmi un favore attende l’ingresso in casa prima di fare pipì. Ed eccola lì, una bella pozzanghera gialla in cui galleggiano due bottiglie di vino rosso.
Ogni coppia ha la sua frase ostica, pensateci bene. Voglio svelarvi la nostra: “Posso chiederti solo un favore?”. Ecco, quando sento il mio lui pronunciare questa frase, mi preparo al peggio. Analizziamola insieme:
- “Posso chiederti” = tale scelta verbale non è fatta a casaccio. Accompagnata da un’espressione auto-compassionevole, presuppone una richiesta che nasce dalla consapevolezza di avere a che fare con una donna all’apparenza piccola e minuta, ma dotata delle capacità fisiche di Octopus. Poi vi spiego perché.
- “solo” = il mondo sa quanto odio gli avverbi quando leggo, figuriamoci quando ascolto. Nello specifico, tale avverbio è una paraculata all’ennesima potenza. Ancora un attimo di pazienza e capirete perché.
- “un favore” = dal latino faveo, ovvero “fare qualcosa che vada a vantaggio di qualcun altro”, senza nuocere al destinatario della richiesta. Ma questi sono dettagli linguistici non contemplati nel dialogo uomo-donna.
Ed ecco giunti alla situazione esemplificativa.
Sono le otto di sera, è appena terminata una lunga giornata di lavoro in ufficio. Scendo dalla macchina, mi carico sulla spalla destra la borsa Desigual e la borsa col computer (preludio a una serata di lavoro). Infilo su per il braccio sinistro un sacchetto contenente un po’ di tutto, gli avanzi del pranzo e via dicendo. Estraggo dal bagagliaio lo zaino di Nicole e me lo metto in spalla, constatando che entro la seconda elementare mia figlia sarà gobba. Prendo in braccio Nina, il cane, onde evitare che durante il tragitto dal parcheggio all’ingresso di casa sprofondi nella neve, che sarà anche bella a vedersi, ma ha ormai soffocato ogni residuo di santa pazienza. Mi dirigo verso il cancelletto alla ricerca delle chiavi che, guarda caso, sono scomparse nella borsa Desigual più simile a un pozzo senza fondo, quando arriva Cristian. Scende dalla macchina, deposita non so cosa davanti all’ingresso, mi avvisa che sta andando a prendere Nicole dai nonni. Ed ecco la frase che mette a repentaglio la sua vita: “Posso chiederti solo un favore?”.
“Ma certo”, rispondo io con la bocca storta, che non è solo un modo per reprimere con tanta ironia un istinto omicida, ma è il sintomo più evidente di un ictus in corso.
“Ti dispiacerebbe portare in casa due bottiglie di vino?”, mi chiede lui prima di sgommare via verso nuovi orizzonti – ovvero la casa dei suoi genitori (sia libero ognuno di cogliere qui le metafore che più desidera).
Io, piccola Octopus con borsa, computer, sacchetto, zaino, cane tra mani, braccia e spalle, a questo punto, per assolvere a “solo un favore”, dovrei estrarre due arti per le bottiglie di vino, e siccome me ne rimarrebbero altri quattro non utilizzati, potrei, già che ci sono, dare una spazzata alle scale mentre salgo in casa e scambiare gli zerbini davanti alle porte dei miei vicini per fargli un divertentissimo scherzetto.
Non lo faccio, ma solo perché il cane comincia a manifestare un incontenibile desiderio di fare pipì. A questo punto, carica come un mulo, e più che esausta, rassegnata, le dico: “Nina, io e te dobbiamo parlare”. Per fortuna mi sono scelta una cane femmina: lei capisce al volo e per farmi un favore attende l’ingresso in casa prima di fare pipì. Ed eccola lì, una bella pozzanghera gialla in cui galleggiano due bottiglie di vino rosso.
domenica 24 febbraio 2013
VADO, ANZI NO
Sto uscendo per esercitare il mio diritto costituzionale: a esser sinceri, ne farei volentieri a meno. In condizioni normali non parlerei in questo modo, esprimere il proprio parere attraverso il voto è una conquista sociale di grande importanza. Solo che non ho nessun parere da esprimere, almeno non riassumibile in una x da apporre su un simbolo o ripetibile a voce alta, tanto più che i seggi hanno luogo nella scuola elementare di mia figlia: nonostante l'anonimato, mi sentirei a disagio se gli scrutatori leggessero quello che avrei tanta voglia di scrivere sulla scheda elettorale. Comunque il voto è un diritto e io sto uscendo per esercitarlo. E per fare una passeggiata sotto la neve. E già che ci sono potrei andare a comprare le sigarette. Noleggiare un film. Fare un aperitivo al bar. Fare due chiacchiere qua e là. Perdere nel frattempo la tessera elettorale. Perdere la carta di identità. Perdere i principi di responsabilità. E' che io non mi sento rappresentata né dal centrodestra, né dal centrosinistra, né dal concetto del voto di protesta. Perché protestare va bene, ma poi bisogna avere la capacità di costruire e qui è tutto un altro paio di maniche. A tal proposito, mi sentivo rappresentata dalle giacche spiritose di un intellettuale che per definirsi tale si è messo in curriculum qualche laurea di troppo. E, giacche a parte, i cazzoni non mi piacciono. Chi resta allora? Il rivoluzionario pigro che conosco più che altro grazie (si fa per dire) alle imitazioni Crozza? O il resto della ciurma, non meglio identificata? Niente, vado e improvviso. Sono le diciotto e trenta e vado. Mi vesto pesante, guanti, sciarpa e compagnia bella e vado. Ma cosa vado a fare, se fare una scelta mi sa tanto di passeggiata verso il patibolo? Ed ecco cos'è diventato questo Paese: il luogo dei diritti civili inutili, la culla del disappunto che si trasforma in pessimismo e rassegnazione, la terra dove "tanto non cambia nulla, sono tutti uguali, sono tutti delinquenti". E io non voglio essere complice di questa gente. Vado, va bene vado, ma prima faccio un salto a comprare le sigarette.
venerdì 22 febbraio 2013
TANTE VOLTE SAREBBE MEGLIO STARSENE A LETTO
Se questa era la giornata in cui tutto doveva andare storto, allora questa è stata la giornata perfetta. Certo avrei gradito un sms di avvertimento intorno alle sette del mattino, tipo: Il servizio "Come andrà oggi" informa: state a letto, per Dio!, così mi sarei risparmiata la fatica di alzarmi, lavarmi, vestirmi, sentirmi triste e sfigata. La buona notizia è che sono arrivati i biglietti per il concerto di Vasco. E che guardando "Reparto maternità", alla nascita di un bambino, ho pianto. Residui di sensibilità continuano a vivere in me.
giovedì 21 febbraio 2013
4 - NOI E NINA
Devo
dare ragione al mio amico Q. quando dice che in casa mia è come se si
assistesse ogni giorno all’esondazione del fiume Giallo. Nina è ufficialmente
Miss Pipì 2013. È un cucciolo, ci vuole pazienza, ci vorrà ancora tempo prima
che impari, hai voluto la bicicletta pedala. Queste le frasi più gettonate che
mi sento dire appena accenno al fatto che la nostra cagnolina piscia in casa
come un toro – parole di Nicole. Per fortuna, i solidi ama farli all’aria
aperta, con buona pace dei nostri vicini che, frequentando in primavera il
prato col barbecue, diventeranno persone molto fortunate. Per ora la neve copre
le magagne, ma non è che la cacca evapora, no? Allora ieri via con le
operazioni di raccolta dei malloppi rinsecchiti. Sono giornate di grandi
soddisfazioni, mi sembra giusto condividerle con voi lettori. Il problema resta
la pipì domestica: è evidente che Nina soffre di incontinenza festaiola. Il che
significa che, ogni volta che vede un componente della famiglia dopo qualche
ora di lontananza, si piscia addosso. Ovunque si trovi. Sul divano, nella sua
cuccia, sul tavolo, sul pavimento – che tra l’altro è giallo, quindi tende a
mimetizzare le sue pozzanghere. Consci di questo problema urinario, stiamo cercando
di correre ai ripari, attuando ogni giorno un metodo diverso. Ieri mattina, ad
esempio, ho pensato di chiedere a Cristian di sistemare il cane sopra il
tappeto assorbente in vista del mio arrivo in salotto. Erano le sette meno un
quarto, orario in cui notoriamente io non esisto. Comunque Cri si era già
alzato per il suo dolce risveglio davanti a Sky Sport 24. Allora l’ho chiamato
sul telefono di casa dal mio cellulare. Al primo squillo, nella sua testa si
sono materializzati pensieri catastrofici, riguardanti furti, rapimenti,
assassini. Invece si trattava di una vocina alterata dal sonno che gli diceva: “Devo
venire in salotto, fai qualcosa”. Un quarto d’ora dopo ha capito che ero io. E
che la follia ha iniziato a dilagare nella mia mente ossessionata da alcol
denaturato, Scottex e pozzanghere gialle. Il piano ha funzionato, Nina vedendomi
si è pisciata addosso, il tappetino ha assorbito la sua incontinenza e la
nostra giornata è cominciata sotto i migliori auspici. Salvo l’istinto della
bestiola di segnare il territorio sotto la scrivania, sul divano e sul
davanzale del mio ufficio. E vai con lo tsunami del fiume Giallo.
mercoledì 6 febbraio 2013
PICCOLE ALBERTO ANGELA CRESCONO
Ai piedi del Battistero di Piazza dei Miracoli in Pisa, Nicole sente l'esigenza di telefonare alla nonna Titti per comunicarle una scoperta epocale:
NEO-MAMMA FIGHISSIMA
Ammiro
Alessandra Martines, prima di tutto perché è stata Fantaghirò, poi perché a
quasi cinquant’anni ha avuto un figlio. Tralasciando la questione etica o
presunta tale, che poco interessa, vorrei soffermarmi sulla dimensione fisica e
metafisica di questa donna che, a pochi mesi dal parto, è già così
quando
la maggior parte delle sue coetanee è così
Ora,
a parte che il look migliore con cui allattavo io non era certo con un foulard
piumato intorno al collo, ma con una maglia chiazzata elegantemente arrotolata
sopra le tette e la faccia di una a cui stanno per estrarre un dente senza
anestesia, comunque non ho mai sentito dire che una allatta perché non è stata
allattata. È come dire che io vado sempre in retromarcia perché mia mamma non
ci andava mai, dopo aver centrato un panettone di cemento alle sue spalle – una
di notte, fuori dalla discoteca, con i miei amici che ridevano come matti, di
certo un trauma adolescenziale superiore a quello causato da un mancato
allattamento.
Bene, continuo ad ammirare Alessandra Martines, anche se indossa tacchi vertiginosi per rassettare la casa e la mia pazienza ha un limite. Be’ sì, ammirerei di più Alessandra Martines se si fosse mostrata non dico sfatta e debosciata come qualsiasi neo-mamma, ma almeno senza tre dita di fard e una passata di Photoshop e sincera nel dire che “anche dopo il parto, è importante che una donna rimanga seducente. Non per piacere all’uomo, ma per piacere a se stessa”, aggiungendo la postilla “anche quando si guarda allo specchio e sembra che le abbiano appena tirato un gavettone in faccia o si infila una maglietta decente e una colata di vomito la fa vacillare sulla distinzione tra il concetto di bene e di male”.
e
non si tratta di uno stato post-partum.
Quello
che mi ha impressionato dell’intervista apparsa su Vanity Fair è che Hugo, il
figlio della Martines, “in otto ore di set non ha mai pianto, ha guardato la
mamma quando doveva guardare la mamma, sorriso quando doveva sorridere, dormito
quando doveva dormire”. A dire la verità, in casa della Martines, sembrano
addestrati anche i cani e il giovane marito
quando
nelle case delle neo-mamme si assiste inevitabilmente a un’esplosione di
paracapezzoli, inefficaci sacchetti antiodore per i pannoloni, pentolini pieni
d’acqua per sterilizzare qualsiasi oggetto, soprammobili compresi, creme per le
ragadi, missili terra-aria in caso di avvicinamento suocera.
Ma
la cosa più sconvolgente è la dichiarazione della Martines: “Ho sofferto
soprattutto per non aver potuto allattare esclusivamente al seno: Hugo si
addormentava poco dopo aver iniziato a succhiare e perdeva peso. Per me, che
non sono stata allattata da mia madre, è quasi un modo per compensare questa
mancanza”.Bene, continuo ad ammirare Alessandra Martines, anche se indossa tacchi vertiginosi per rassettare la casa e la mia pazienza ha un limite. Be’ sì, ammirerei di più Alessandra Martines se si fosse mostrata non dico sfatta e debosciata come qualsiasi neo-mamma, ma almeno senza tre dita di fard e una passata di Photoshop e sincera nel dire che “anche dopo il parto, è importante che una donna rimanga seducente. Non per piacere all’uomo, ma per piacere a se stessa”, aggiungendo la postilla “anche quando si guarda allo specchio e sembra che le abbiano appena tirato un gavettone in faccia o si infila una maglietta decente e una colata di vomito la fa vacillare sulla distinzione tra il concetto di bene e di male”.
3 - NOI E NINA
Una tra queste affermazioni è falsa. Quale?
1) Nina ama sgranocchiare il legno.
2) Nina è vegetariana: adora mangiare le piante.
3) Nina mangia le sue crocchette di pollo e riso.
4) Nina adora affondare i denti aguzzi nei piedi di Roberta, che camminando se la trascina dietro per tutta la casa.
5) Nina è attratta dalla plastica e, in generale, da tutto ciò che appartiene a Nicole. Peccato non sappia che quest'ultima, essendo figlia unica, è l'imperatrice di casa, e non sembra intenzionata ad abdicare.
Soluzione:
L'affermazione falsa è la 3. Siccome ne ho cinque chili da smaltire, stasera tartare di crocchette di pollo e riso in un trionfo di insalata mista.
1) Nina ama sgranocchiare il legno.
2) Nina è vegetariana: adora mangiare le piante.
3) Nina mangia le sue crocchette di pollo e riso.
4) Nina adora affondare i denti aguzzi nei piedi di Roberta, che camminando se la trascina dietro per tutta la casa.
5) Nina è attratta dalla plastica e, in generale, da tutto ciò che appartiene a Nicole. Peccato non sappia che quest'ultima, essendo figlia unica, è l'imperatrice di casa, e non sembra intenzionata ad abdicare.
Soluzione:
L'affermazione falsa è la 3. Siccome ne ho cinque chili da smaltire, stasera tartare di crocchette di pollo e riso in un trionfo di insalata mista.
DECISIONE PRESA
Il mio voto alla cazzo quest'anno andrà a tale Oscar Fulvio Giannino, torinese, giornalista e politico, brutto a vedersi, candidato premier per Fare per Fermare il Declino (FID). Non ho idea di quali siano i punti del suo programma, se ne abbia, se abbiano un senso. Una mattina ho tentato di seguire la sua intervista per radio, ma mi sono addormentata dopo sei minuti. Quindi mi fido a istinto. Dopo tutto, uno che si è presentato al suo matrimonio vestito così, merita più di una chance:
Sì, la moglie è senza dubbio la ballerina di un saloon.
Sì, la moglie è senza dubbio la ballerina di un saloon.
martedì 5 febbraio 2013
LARINGO-FARINGITE BATTE SIGARETTA ELETTRONICA
Leggo e pubblico:
"Continua a far parlare di sé la sigaretta elettronica. Diventata ormai più che altro una moda,
ancora non si è capito se abbia realmente dei vantaggi o se, al contrario, faccia addirittura male. L'opinione pubblica e scientifica è
divisa sulla questione e non si giunge ad alcuna conclusione.
L’Istituto Superiore di Sanità, per esempio, ha bocciato le sigarette elettroniche, affermando che quelle contenenti nicotina "sollevano preoccupazioni per la salute pubblica". Sostiene infatti che le sigarette elettroniche con nicotina, potrebbero presentare potenziali livelli di assunzione di nicotina per i quali non è possibile escludere rischi per la salute, in particolare per i giovani. Infatti, secondo lo studio dell’Iss, il fumatore elettronico assume più nicotina anche di chi fuma 20 sigarette classiche al giorno. [...].
Per quanto riguarda la situazione all’estero, ci sono paesi in cui sono già state vietate: Australia, Brasile, Canada, Norvegia, Singapore, Thailandia, Uruguay, Turchia e anche la Cina, che continua però a produrle per l’esportazione. In Francia, invece, ne è stato approvato l’uso terapeutico, mentre negli Stati Uniti saranno, a breve, trattate come farmaci. In Italia, rimaniamo in attesa di prove e analisi scientifiche sui reali rischi e, intanto, il commercio e il giro d’affari delle sigarette elettroniche cresce sempre più".
L’Istituto Superiore di Sanità, per esempio, ha bocciato le sigarette elettroniche, affermando che quelle contenenti nicotina "sollevano preoccupazioni per la salute pubblica". Sostiene infatti che le sigarette elettroniche con nicotina, potrebbero presentare potenziali livelli di assunzione di nicotina per i quali non è possibile escludere rischi per la salute, in particolare per i giovani. Infatti, secondo lo studio dell’Iss, il fumatore elettronico assume più nicotina anche di chi fuma 20 sigarette classiche al giorno. [...].
Per quanto riguarda la situazione all’estero, ci sono paesi in cui sono già state vietate: Australia, Brasile, Canada, Norvegia, Singapore, Thailandia, Uruguay, Turchia e anche la Cina, che continua però a produrle per l’esportazione. In Francia, invece, ne è stato approvato l’uso terapeutico, mentre negli Stati Uniti saranno, a breve, trattate come farmaci. In Italia, rimaniamo in attesa di prove e analisi scientifiche sui reali rischi e, intanto, il commercio e il giro d’affari delle sigarette elettroniche cresce sempre più".
Se volete smettere di fumare, fate come me: fatevi venire una laringo-faringite, accompagnata da febbre persistente e sbalzi climatici interni. Vedrete che la nicotina sarà il vostro ultimo pensiero, almeno finché continuerete a essere produttori sani di catarro.
Ps. Non fumo da sabato. Vediamo fino a quando tengo botta (senza commettere omicidi, s'intende).
lunedì 4 febbraio 2013
LA NOTTE HA DA PASSA'
Devo scusarmi con gli amici per le mail e gli sms allarmistici che ho inviato stanotte, in preda al delirio da febbre alta. I messaggi erano tutti sulla falsariga di un addio testamentario, tipo:
- alla mia amica G. ho affidato la cura delle mie piante cadaveriche e del fagiolo piantumato di recente
- all'altra mia amica G. ho chiesto di occuparsi della pubblicazione del mio manoscritto, che da morta si dovrebbero vendere più copie che da viva
- a M. ho ricordato di depilarmi con cura prima dell'imbalsamazione
- al mio amico d'infanzia L. ho raccomandato di pensarmi nel fior fiore dell'età e senza rughe
- a F. ho mandato un saluto particolare
- a D. ho chiesto di vendere tutti i libri di Edizioni Terra marique
Mi sono accorta di tutto quello che avevo scritto in tarda mattinata, quando con un briciolo di lucidità ho riacceso il BlackBerry. Mi dispiace per la mia amica G. che si è preoccupata sul serio, ma ho goduto rileggendo un sms pieno di parolacce inviato a un destinatario che ne meriterebbe tante altre. Non so se abbiano contribuito le Tachipiroske a fiumi, comunque a volte la febbre alta è più liberatoria di una sbronza!
- alla mia amica G. ho affidato la cura delle mie piante cadaveriche e del fagiolo piantumato di recente
- all'altra mia amica G. ho chiesto di occuparsi della pubblicazione del mio manoscritto, che da morta si dovrebbero vendere più copie che da viva
- a M. ho ricordato di depilarmi con cura prima dell'imbalsamazione
- al mio amico d'infanzia L. ho raccomandato di pensarmi nel fior fiore dell'età e senza rughe
- a F. ho mandato un saluto particolare
- a D. ho chiesto di vendere tutti i libri di Edizioni Terra marique
Mi sono accorta di tutto quello che avevo scritto in tarda mattinata, quando con un briciolo di lucidità ho riacceso il BlackBerry. Mi dispiace per la mia amica G. che si è preoccupata sul serio, ma ho goduto rileggendo un sms pieno di parolacce inviato a un destinatario che ne meriterebbe tante altre. Non so se abbiano contribuito le Tachipiroske a fiumi, comunque a volte la febbre alta è più liberatoria di una sbronza!
2 - NOI E NINA
A
una settimana circa dall’arrivo di Nina a casa nostra, quali di queste
affermazioni sono vere?
1)
Nina è arrivata e il giorno dopo a Nicole è venuta la febbre a 39,5.
2)
Nina è arrivata e sei giorni dopo a Roberta è venuta la febbre a 38,5.
3)
Nina è arrivata e quasi subito a Cristian sono venuti due maroni così.
4)
Nina ha addentato il filo del mio mouse.
5)
Nina ha addentato l’aeroplanino di legno made in Trentino.
6)
Nina ha addentato il ginocchio di Nicole, causandole una crisi isterica.
7)
Nina ha addentato il Sacro Graal di casa nostra, ovvero il telecomando, e adesso
può mangiare solo omogeneizzati.
8)
Nina piscia e caga come un elefante indiano, del quale condivide la grazia.
9)
Nina sta ricevendo una severa educazione, come da manuale: le parliamo guardandola
sulla schiena e facendole capire chi comanda, cioè lei.
10)
Nina non fa più paura a Nicole, che ha finalmente smesso di scappare per tutta
la casa piangendo e agitando le braccia come un orango quando la cagnetta si
avvicina.
lunedì 28 gennaio 2013
1 - NOI E NINA
Trovo
che esistano numerose analogie tra l’accogliere in casa un cucciolo d’uomo e un
cucciolo di cane. So che le mie amiche M. e A., che hanno da poco partorito due
bellissimi maschietti, vorrebbero scagliarmi addosso un tiralatte. Però, a
parte l’esultanza per le mie tette salve, anche noi abbiamo il nostro bel
daffare da quando (ieri) è arrivata Nina. Che ha due mesi, pesa due chili e
nove e assomiglia alla mamma Sophy (detta anche Fufi).
Le somiglianze con un bebè sono le seguenti:
- Nina è un nome umano
- Nina piange
- Nina non ci dà retta
- Nina non ha la più pallida idea di come si faccia a trattenere la pipì (mi ricorda un palloncino forato, che mentre lo riempi d’acqua da una parte, piscia dall’altra)
- Nina caga molle come se avesse mangiato un omogeneizzato (non sto qui a rimarcare l’analogia olfattiva con la pupù di un neonato… fidatevi sulla parola)
- Nina dorme un sacco ma quando si sveglia si fa sentire
- Nina sta esplorando la sua nuova casa, sembra già affezionata al salotto, tant’è vero che stanotte ho dovuto dormire con lei sul divano (come spessissimo mi è capitato con Nicole addormentata sul dondolino)
- Nina mette in bocca qualsiasi cosa le capiti a tiro
- Nina ha finora compiuto due viaggi in macchina e vomitato sul sedile tre volte, ma solo perché alla quarta sono stata rapida ad aprire la portiera
Fin qui tutto bene, sono convinta che possiamo cavarcela, forti del nostro manuale di cura del cucciolo, del programma Sky “Cambio cane”, dei consigli della veterinaria e dell’esperienza col nostro primo cane, che useremo alla rovescia, ossia tutto quello che abbiamo fatto con Dookie non lo faremo con Nina.
Il vero problema è un altro. Nina terrorizza Nicole, al punto che stanotte la piccina ci ha detto: “Mamma, papà, vi prego, toglietemela di torno” e stamattina l’abbiamo trovata in lacrime sullo schienale del divano mentre il cucciolo tentava di saltare sulla seduta.
Mi prendo in pieno la colpa del terrore di mia figlia, perché da piccolina, per farla scendere alla svelta dalla macchina parcheggiata sotto casa, le dicevo: “Muoviti se no arriva il cagnolone dei vicini che ti mangia”. Mi rendo conto solo ora che l’accrescitivo “cagnolone” non ha impedito alla bimba di temere anche i cagnolini di trenta centimetri per dieci. Ma tant’è. E per la pacifica convivenza ci vediamo costretti a privarci del nostro cucciolo. Segue annuncio.
Chiunque sia interessato ad adottare una creatura carina, simpatica, bionda, (purtroppo) juventina, di un metro e cinque per non so quanti chili comunque mica tanti, mi telefoni. In dotazione lo zaino Invicta, un biglietto per il concerto di Vasco a Bologna e il vestito da carnevale di Bloom. Vaccinazione pentavalente e antitetanica incluse.
Le somiglianze con un bebè sono le seguenti:
- Nina è un nome umano
- Nina piange
- Nina non ci dà retta
- Nina non ha la più pallida idea di come si faccia a trattenere la pipì (mi ricorda un palloncino forato, che mentre lo riempi d’acqua da una parte, piscia dall’altra)
- Nina caga molle come se avesse mangiato un omogeneizzato (non sto qui a rimarcare l’analogia olfattiva con la pupù di un neonato… fidatevi sulla parola)
- Nina dorme un sacco ma quando si sveglia si fa sentire
- Nina sta esplorando la sua nuova casa, sembra già affezionata al salotto, tant’è vero che stanotte ho dovuto dormire con lei sul divano (come spessissimo mi è capitato con Nicole addormentata sul dondolino)
- Nina mette in bocca qualsiasi cosa le capiti a tiro
- Nina ha finora compiuto due viaggi in macchina e vomitato sul sedile tre volte, ma solo perché alla quarta sono stata rapida ad aprire la portiera
Fin qui tutto bene, sono convinta che possiamo cavarcela, forti del nostro manuale di cura del cucciolo, del programma Sky “Cambio cane”, dei consigli della veterinaria e dell’esperienza col nostro primo cane, che useremo alla rovescia, ossia tutto quello che abbiamo fatto con Dookie non lo faremo con Nina.
Il vero problema è un altro. Nina terrorizza Nicole, al punto che stanotte la piccina ci ha detto: “Mamma, papà, vi prego, toglietemela di torno” e stamattina l’abbiamo trovata in lacrime sullo schienale del divano mentre il cucciolo tentava di saltare sulla seduta.
Mi prendo in pieno la colpa del terrore di mia figlia, perché da piccolina, per farla scendere alla svelta dalla macchina parcheggiata sotto casa, le dicevo: “Muoviti se no arriva il cagnolone dei vicini che ti mangia”. Mi rendo conto solo ora che l’accrescitivo “cagnolone” non ha impedito alla bimba di temere anche i cagnolini di trenta centimetri per dieci. Ma tant’è. E per la pacifica convivenza ci vediamo costretti a privarci del nostro cucciolo. Segue annuncio.
Chiunque sia interessato ad adottare una creatura carina, simpatica, bionda, (purtroppo) juventina, di un metro e cinque per non so quanti chili comunque mica tanti, mi telefoni. In dotazione lo zaino Invicta, un biglietto per il concerto di Vasco a Bologna e il vestito da carnevale di Bloom. Vaccinazione pentavalente e antitetanica incluse.
sabato 26 gennaio 2013
SIAMO PRONTI
La cuccia c'è.
Il guinzaglio allungabile anche.
I tappetini assorbi pipì ci sono. Molti tappetini assorbi pipì.
Le crocchette sono pronte.
Noi anche.
Più o meno.
Perché la lettura last minute del libro "Cani si nasce, padroni si diventa", ci ha fatto capire che:
- la cuccia va collocata in un luogo preciso della casa, ma non abbiamo capito quale
- il guinzaglio allungabile non va per niente bene
- i tappetini assorbi pipì sono diseducativi
- le crocchette vanno date dopo i pasti della famiglia riunita, cosa che a noi capita solo a giorni alterni
Ok non siamo pronti.
Però siamo sicuri che accoglieremo la nostra cucciola con tutto l'amore del mondo. Per la pazienza, la buona educazione, i turni per il giretto fuori casa ci stiamo organizzando. Con il pensiero alla nostra prima cagnolina, che nonostante cagasse ovunque anche in età adulta e abbaiasse come un'oca selvaggia, era una meraviglia.
Il guinzaglio allungabile anche.
I tappetini assorbi pipì ci sono. Molti tappetini assorbi pipì.
Le crocchette sono pronte.
Noi anche.
Più o meno.
Perché la lettura last minute del libro "Cani si nasce, padroni si diventa", ci ha fatto capire che:
- la cuccia va collocata in un luogo preciso della casa, ma non abbiamo capito quale
- il guinzaglio allungabile non va per niente bene
- i tappetini assorbi pipì sono diseducativi
- le crocchette vanno date dopo i pasti della famiglia riunita, cosa che a noi capita solo a giorni alterni
Ok non siamo pronti.
Però siamo sicuri che accoglieremo la nostra cucciola con tutto l'amore del mondo. Per la pazienza, la buona educazione, i turni per il giretto fuori casa ci stiamo organizzando. Con il pensiero alla nostra prima cagnolina, che nonostante cagasse ovunque anche in età adulta e abbaiasse come un'oca selvaggia, era una meraviglia.
venerdì 25 gennaio 2013
VASCO
Dopo una mattinata di patimenti on line, è fatta:
22 giugno
Bologna
Stadio Dall'Ara
Vascooo!
La combriccola quest'anno cresce: oltre ai Soliti, ci sarà anche Nicole.
22 giugno
Bologna
Stadio Dall'Ara
Vascooo!
La combriccola quest'anno cresce: oltre ai Soliti, ci sarà anche Nicole.
giovedì 24 gennaio 2013
SCAMBIO DI SMS
Durante una lezione di editing (guarda caso), ricevo il seguente sms da un numero che non conosco:
vai continua fai con comodo...ma ormai x tt qll k ho già sofferto...e x qnt sto e sn stata male nn mi fa nnt
Impiego cinque minuti per decifrarne il contenuto. Quindi rispondo:
Credo tu abbia sbagliato numero, per quello che posso aver capito dal tuo sms.
(Da notare la punta di fastidio che mi viene spontaneo esprimere, seppur velatamente).
Mi arriva un altro messaggio:
cioe?
Al quale rispondo:
Non so chi tu sia
Pensavo fosse un concetto chiaro, invece:
mongolò so io...cmq nn ti ho inviato nnt xke k ti e arrivato??
Risentita per l'insulto con l'accento finale, spiego con calma:
Stai sbagliando numero, mi è arrivato un tuo sms ma io non sono mongolo o chiunque tu credi che io sia. Capito?
Ma la pischella non capisce, è ostinata:
hahahahahahaha...ma come sei scemo sn m gio...e il numero dll mia amica xo vorrei capire k t e arrivato
A questo punto mollo la presa, non c'è speranza. Salvo un barlume di comprendonio che colpisce la mia nuova amica di sms sgrammaticati:
ops forse ho sbagliato numero
potrei sapere k ti e arrivato
Non mi resta che affondare il colpo:
Eh te lo sto dicendo da tre sms a questa parte. Cancella il mio numero. E usa l'italiano corrente che non si capisce niente quando scrivi. Ciao
La pischella non ci sta:
il mio italiano e corretto
E, punta sul vivo, chiude con:
e tu il mio
Mia cara pischella, dovessi mai capitare su questo blog, sappi che, in maniera del tutto casuale, hai avuto la sfiga di scambiare alcuni messaggi con una che di mestiere fa la scrittrice e l'editor. Niente di personale, ci mancherebbe, è che certe scelte linguistiche mi inquietano. Ti sembrerò una stronza snob, infatti lo sono. Quindi nessun rancore, io non ho più il tuo numero e tu il mio. Né il mio indirizzo di casa o la targa della mia macchina. Spero.
vai continua fai con comodo...ma ormai x tt qll k ho già sofferto...e x qnt sto e sn stata male nn mi fa nnt
Impiego cinque minuti per decifrarne il contenuto. Quindi rispondo:
Credo tu abbia sbagliato numero, per quello che posso aver capito dal tuo sms.
(Da notare la punta di fastidio che mi viene spontaneo esprimere, seppur velatamente).
Mi arriva un altro messaggio:
cioe?
Al quale rispondo:
Non so chi tu sia
Pensavo fosse un concetto chiaro, invece:
mongolò so io...cmq nn ti ho inviato nnt xke k ti e arrivato??
Risentita per l'insulto con l'accento finale, spiego con calma:
Stai sbagliando numero, mi è arrivato un tuo sms ma io non sono mongolo o chiunque tu credi che io sia. Capito?
Ma la pischella non capisce, è ostinata:
hahahahahahaha...ma come sei scemo sn m gio...e il numero dll mia amica xo vorrei capire k t e arrivato
A questo punto mollo la presa, non c'è speranza. Salvo un barlume di comprendonio che colpisce la mia nuova amica di sms sgrammaticati:
ops forse ho sbagliato numero
potrei sapere k ti e arrivato
Non mi resta che affondare il colpo:
Eh te lo sto dicendo da tre sms a questa parte. Cancella il mio numero. E usa l'italiano corrente che non si capisce niente quando scrivi. Ciao
La pischella non ci sta:
il mio italiano e corretto
E, punta sul vivo, chiude con:
e tu il mio
Mia cara pischella, dovessi mai capitare su questo blog, sappi che, in maniera del tutto casuale, hai avuto la sfiga di scambiare alcuni messaggi con una che di mestiere fa la scrittrice e l'editor. Niente di personale, ci mancherebbe, è che certe scelte linguistiche mi inquietano. Ti sembrerò una stronza snob, infatti lo sono. Quindi nessun rancore, io non ho più il tuo numero e tu il mio. Né il mio indirizzo di casa o la targa della mia macchina. Spero.
giovedì 17 gennaio 2013
CHI BEN COMINCIA
Tre anni e 46 capitoli dopo, la stesura del mio nuovo romanzo è conclusa. Protagonista è Elisa, neo-trentunenne alle prese con la separazione dal marito e con la ricerca di una nuova identità personale e professionale. Ad aiutarla, in modo del tutto inatteso, gli abitanti di un piccolo borgo appenninico della provincia modenese, Rocca di Fiore, che, attraverso i loro racconti perduti nel tempo, le offriranno la possibilità di capire ciò che fino a quel momento aveva vissuto come spettatrice, mai realmente protagonista della sua esistenza. E le daranno l'occasione di iniziare un nuovo percorso professionale, con la scrittura di un libro a loro dedicato. Elly imparerà ad affrontare le sue paure, le incomprensioni nate all'interno della sua famiglia e diventate per lei ostacoli insormontabili. La saggezza popolare, gli esempi di forza d'animo delle persone incontrate, la tenacia di Elly nel perseguire un obiettivo importante saranno il mezzo per raggiungere una nuova percezione di sé e delle persone che la protagonista di questa storia ha accanto.
Il romanzo si intitolerà ELLY, per la pubblicazione ci sarà da aspettare. Vi terrò aggiornati.
Intanto pubblico con grande piacere (e un pizzico di vanità) il commento scritto da uno dei primi lettori del manoscritto - che, giuro, non ha percepito soldi da parte mia e che ringrazio con tutto il cuore.
Punti deboli non ne vedo, così ad una prima analisi, se devo basarmi sul mio gusto personale vabbè, sai già, io prediligo pochi contesti territoriali perché favoriscono l’immedesimazione, ma del resto la storia stessa era improntata sul territorio e sul tanto che ha da suggerire. Mi piace!
Il romanzo si intitolerà ELLY, per la pubblicazione ci sarà da aspettare. Vi terrò aggiornati.
Intanto pubblico con grande piacere (e un pizzico di vanità) il commento scritto da uno dei primi lettori del manoscritto - che, giuro, non ha percepito soldi da parte mia e che ringrazio con tutto il cuore.
Nei famosi
capitoli che ti citavo prima, coglievo quell’aspetto di te, che mi piace. Leggendo,
ho visto te. Ho avuto l’impressione di vederci te, dietro quelle parole. Non
fraintendermi, non dietro al personaggio di Elisa. Ma dietro le parole stesse,
le frasi, i concetti che volevi esprimere. Si tratta di impressioni, magari
sono sbagliatissime, quindi dagli il giusto peso. Ma certe volte avevo la
sensazione che le parole fossero come una tenda, oltre la quale intravedevo la
tua personalità. Ho percepito la voglia di riscattarsi dopo il dolore (di qui
il fatto del tuo approccio positivo e costruttivo). E ho avuto di nuovo quella
sensazione che già avevo conosciuto nelle prime pagine, cioè di assistere come
ad uno spettacolo teatrale: su il sipario, va in scena il meglio che ho da
offrire, e spero che vi piaccia perché è quello che amo fare.
Tornando
alla storia in sé, temevo ad un certo punto che Elly diventasse troppo “seriosa”,
invece fino all’ultimo mantiene il suo equilibrio. Cambia, alla fine è diversa
da com’era all'inizio. Ma cambia gradualmente. L’ultima Elly è diversa dalla
prima, ma non così tanto da apparire troppo cambiata. In questo sei stata
coerente e non era facile. Punti deboli non ne vedo, così ad una prima analisi, se devo basarmi sul mio gusto personale vabbè, sai già, io prediligo pochi contesti territoriali perché favoriscono l’immedesimazione, ma del resto la storia stessa era improntata sul territorio e sul tanto che ha da suggerire. Mi piace!
martedì 15 gennaio 2013
OGGI MI SENTO COSI'
Tre
anni e quarantasei capitoli dopo…
FINE.
Oggi
mi sento così:
Anche perché tra due settimane arriva la nostra cucciola e tra cinque mesi torna Vasco, come promesso.
domenica 6 gennaio 2013
sabato 5 gennaio 2013
NOI SIAMO I SOLITI, QUELLI COSI'
Alla
fine della prossima presentazione, salirò sul tavolo e pronuncerò al microfono
le seguenti parole:
Grazie,
grazie, grazieee
Siete
fantasticiEh siete fantastici
Siete voi gli eroi
Siete voi che dovrete andare avanti
Siete voi i più belli, i più belli qua
Grazie, grazie, grazie
Grazieee
E avanti così che ve la caverete tutti
Be’ qualcuno non tornerà a casa la sera
Uno su mille ce la farà
E uno su mille non ce la farà
Ciao ciao ciao
Portami via dai, portami via
Ciaooo
(V.R. San Siro 2011)
(Ps. Io c'ero)
giovedì 3 gennaio 2013
PALESTRA FAI DA TE
Mi piacciono un sacco i consigli per dimagrire dopo le abbuffate natalizie, che seguo scrupolosamente.
Per esempio:
Peccato che la penultima volta che ho fatto quella roba mi si sia ribaltato il letto.
L'ultima volta invece mi è uscita l'ernia lombare.
Giuro.
Ps. Non c'è niente da ridere.
Per esempio:
Peccato che la penultima volta che ho fatto quella roba mi si sia ribaltato il letto.
L'ultima volta invece mi è uscita l'ernia lombare.
Giuro.
Ps. Non c'è niente da ridere.
GIORNATA DI PULIZIE
Eliminati gli acari, si torna a respirare a pieni polmoni. Casa e ufficio fatti, stanca ma soddisfatta.
Cercasi volontari per il garage.
Cercasi volontari per il garage.
martedì 1 gennaio 2013
AAA
In vista del 2013 abbiamo deciso di allargare la famiglia.
Quindi... cercasi cucciolo di cane di piccola taglia, mi raccomando di piccola taglia. Dovesse diventare grande, ci troveremmo costretti a liberarci di Nicole, che ha paura dei quadrupedi superiori ai trenta centimetri di altezza. E un po' ci dispiacerebbe, se non altro per la simpatia.
Chiediamo inoltre che il cucciolo sia:
- spiritoso ma non invadente
- di carattere, ma senza spocchia
- gentile
- educato
- indipendente
- gratis
In pratica ce ne piacerebbe uno più o meno così che, educazione a parte, era una meraviglia (quella a destra nella foto):
Altra condizione necessaria, che sia femmina, perché io e Nicole vogliamo comunque essere in netta maggioranza.
Se avete notizia di un cagnolino in cerca di una famiglia, fatemi un fischio.
Grazie :))
Quindi... cercasi cucciolo di cane di piccola taglia, mi raccomando di piccola taglia. Dovesse diventare grande, ci troveremmo costretti a liberarci di Nicole, che ha paura dei quadrupedi superiori ai trenta centimetri di altezza. E un po' ci dispiacerebbe, se non altro per la simpatia.
Chiediamo inoltre che il cucciolo sia:
- spiritoso ma non invadente
- di carattere, ma senza spocchia
- gentile
- educato
- indipendente
- gratis
In pratica ce ne piacerebbe uno più o meno così che, educazione a parte, era una meraviglia (quella a destra nella foto):
Se avete notizia di un cagnolino in cerca di una famiglia, fatemi un fischio.
Grazie :))
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